MORSI La prima call di Scomoda in collaborazione con FoodNet, per sostenere il progetto di prevenzione primaria dei disturbi alimentari, dedicato in particolare ai più piccoli 🧡
Tempo di lettura: circa 2 minuti
MIACASA
Alessia Scoccia
Corpo miacasa,
non mi sei mai piaciuto.
Ti ho mostrato, ti ho coperto, mi sono vergognata di te.
Ti ho rinnegato, trasformato, cambiato a mio piacimento, cercando di farti
diventare come non puoi:
sparito.
Ti ho fatto occupare uno spazio più piccolo.
Tu di contro non hai ceduto, mi hai sostenuta quasi sempre, poche volte sei
crollato sotto il peso di ciò che chiedevi e che non ti davo:
amore.
Ti ho spinto al limite, ti ho imbottito di farmaci, ti ho fatto assumere cose che
non avresti voluto e fatto buttare altre che invece chiedevi disperatamente.
Ti ho reso bugiardo.
Ti ho evitato nel riflesso dello specchio: corpo senza cenno di risveglio.
Ti ho guardato e non ti ho riconosciuto.
Ti ho nascosto il problema tra gli armadi di camera mia, in piena vista.
Ti ho costretto a perderti per giornate intere tra gli scaffali del supermercato,
nei bagni, tra le siepi, nei parcheggi.
Ti ho reso il mio nemico più grande, ti ripetevo: «Il fondo non lo tocchi mai».
Ti ho buttato in posti isolati, sporchi, nascosti da tutto.
Ti ho mantenuto forte come non mai; ti ho fatto allenare di mattina, di giorno,
di sera, di notte, di nascosto.
Ti ho ferito, riempito di lividi e segni evidenti del male che ti stavo facendo.
Ho dato la colpa a questo demone che abbiamo sempre avuto accanto, che ci
ha divorato, anche se alla fine sono sempre io confrontata e paragonata a me
stessa.
Miacasa, scusa se ho pensato che fosse colpa tua.
Forse mi perdonerai.
Caro corpo, nonostante tutto, mi concederai un giorno in più.
Alessia Scoccia
Mi chiamo Alessia e ho ventiquattro anni. Ho due gemelli maschi, che sono la mia vita.
Sono laureata in Sociologia e Criminologia dal 2023.
Sono sempre stata una grande lettrice, scrivo anche molto e ascolto molta musica. Pratico la pole dance.
Sono stata ricoverata per più di un anno in una struttura residenziale per disturbi alimentari, ed è stata un’esperienza che mi ha cambiato la vita. Ho trovato accoglienza, ascolto, comprensione, amore e tanta gentilezza.
Ora sto continuando il mio percorso in un centro diurno per la cura dei disturbi alimentari.


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