MORSI La prima call di Scomoda in collaborazione con FoodNet, per sostenere il progetto di prevenzione primaria dei disturbi alimentari, dedicato in particolare ai più piccoli 🧡
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QUESTIONE DI PROSPETTIVA
Nicoletta Bilotta
«È bello poterti rivedere»
«Rivedermi?»
«Volevo solo parlarti di una cosa»
«Credo di averne sentite abbastanza su i….»
«Di prospettiva, volevo parlarti di prospettiva»
«Prospettiva, come vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Perché la risposta è mezzo vuoto»
«No, non quello»
«Allora cosa?»
«Il piccolo principe l’hai mai letto?»
«Il libro per bambini?»
«Non è solo per bambini, comunque il punto non è questo, hai presente la metafora del cappello?»
«Intendi il cappello che in realtà è un elefante mangiato da un serpente?»
«Sì! Cioè no, questo è il punto! Il cappello non diventa da un momento all’altro un serpente che mangia l’elefante, quel disegno è entrambe le cose, dipende dalla prospettiva con cui guardi»
«E quindi?»
«È di questo che voglio parlarti. Non tutto quello che vediamo è come appare, almeno non subito. Siamo tutti spinti a guardare il mondo come se fosse un disegno fatto su misure che non possono essere cambiate, che l’unico motivo per cui quei numeri non variano è per la pressione che ci induce a considerarli come immodificabili.
Finché un giorno riesci a capire che vivi col mondo e non soltanto nel mondo. Pensa al disegno:resta sempre lo stesso, giusto? Eppure, sei riuscita a vedere cosa poteva esserci dentro, a vedere il serpente che mangia l’elefante: sei riuscita a vedere oltre i contorni.
Quando affoghiamo nei nostri pensieri, quando pensiamo di essere impotenti, soli, impegnati esclusivamente nella corsa verso una perfezione preconfezionata, abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a vedere una realtà che da soli non siamo in grado di considerare, che ci aiuti a capire che è tutto questione di prospettiva.”
«Non capisco dove vuoi arrivare…»
«Sto cercando di dirti che il cappello non è mai solo un cappello. Che le misure a cui ambisci, la perfezione verso cui corri, la leggerezza a cui tanto aspiri non hanno la forma che immagini tu. Ti stai soffermando sul cappello, e se invece permettessi agli altri di aiutarti per vedere l’elefante? Forse potresti andare oltre quello che pensi sia giusto.
Spesso la prospettiva riesce a cambiare soltanto quando capisci che, per vedere quello che vorresti, hai il bisogno di inclinare la testa e farlo con qualcuno che non ti faccia sentire sola»
«Inclinare la testa? E se poi non riuscissi comunque a vedere l’elefante? Se continuassi a vedere solo il cappello?»
«È normale avere paura di mettere in dubbio tutto ciò in cui hai creduto fino ad ora. Tutti abbiamo paura, chi la riconosce nei tuoi occhi e sa come guardali, saprà anche come aiutarti.
Le persone ti aiuteranno a capire che non sei solo la protagonista della tua storia, ma anche la regista. »
«Tu fai parte di quelle persone? Tu hai sempre visto l’elefante?»
«Si, faccio parte di quelle persone e no, non ho sempre visto l’elefante. Per un paio di anni la registra della mia storia è stata la paura ed io ero solo una protagonista di un narrato che non volevo vivere.
Vedevo solo il cappello e spesso lo rivedo, e, quando succede, ne
rimango terrorizzata. Però ora so come chiedere aiuto se non riesco a vedere Babù»
«Babù?»
«È il nome del mio elefante. È importante dare un nome a ciò che si ha paura di perdere.
Babù è ciò che mi ricorda quanto sia bello non doversi chiedere:
“Te la senti di uscire o hai paura di volare via?”
Babù mi ricorda quanto sia bello il mare e, anche se a causa del cappello non so ancora nuotare, ho ancora tutto il tempo per imparare. Babù mi spinge a scattare foto, a ballare e a buttare i vestiti in cui non voglio più rientrare, perché se le misure cambiano, non deludo nessuno, neppure me stessa. Babù mi aiuta a non perdere occasioni che altrimenti non
potrei vivere.
Mi aiuta a ridere, a studiare, uscire, innamorarmi, Babù mi aiuta ad accettare
di poter essere amata, a prescindere dalle cicatrici che mi ritrovo addosso.»
«Come ci sei riuscita? Come hai trovato il tuo elefante?»
«Non l’ho trovato, Babù è nato insieme a me, avevo solo bisogno di guardare il mondo inclinando la testa, avevo bisogno di una nuova prospettiva.”
Nicoletta Bilotta
Instagram: @nicolettabilotta_


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